Una madre. Poesia di Evelina Cattermole

Una madre Il dono CertezzaUna madre

Da circa un anno è sposa. I sogni folli
Che a l’ombra de ’l convento ha vagheggiato,
Si tradusser per lei ne i rari e frolli
Amplessi d’un banchier tinto, azzimato.

E mostra adesso dove più si affolli
De gli eleganti il popolo annoiato,
In carrozza su ’l Pincio, a Chiaia, a i Colli,
Un bimbo ne’ ricami soffocato.

Con una balia a cui le foggie prova
Più cariche di nastri e di collane;
E accanto un grosso can di Terra Nuova.

Saluta e ride nel passar tra noi:
Perchè son quella balia, il bimbo e il cane
Giocattoli di lusso a gli occhi suoi.

 

Presto il fanciullo anch’egli una costosa
Raccolta avrà di ninnoli a dozzine,
Per poi tutto gettar con isdegnosa
Sazietà d’uomo in gonnellin di trine.

Lo vedremo color di tuberosa
Ne le feste, tra i baci e le moine;
E, segno a fanciullesca ira gelosa,
Sfoggiar puledri inglesi e carrozzine.

Ma a poco a poco perderà di pregio
Quel vivente fantoccio, e su’ dieci anni
Per levarsi di mezzo andrà in collegio.

Sua madre, allegra qual non fu giammai,
Stucca era un po’ d’artificiosi inganni:
Quel ragazzone la invecchiava assai.

 

Soffocato, da ’l letto a la poltrona
Le membra ischeletrite a stento ha mosse;
E la febbre che più non lo abbandona
Gli zigomi gli tinge a chiazze rosse.

Sciupò ne l’orgie l esile persona,
Dietro un’ombra d’amor qualunque fosse;
E sempre spera, mentre il sen gl’introna
A colpi secchi una profonda tosse.

Così muore. Sua madre, accanto a ’l fuoco,
Stanca da un ballo de la notte avanti,
Dove andò tardi e per distrarsi un poco,

Lì sonnecchiava. A un tratto s’alza e viene
Fisso a guardarlo: con le man tremanti
Lo tasta…. mette un grido acuto e sviene.

Evelina Cattermole, all’anagrafe Eva Giovanna Antonietta Cattermole (Firenze, 26 Ottobre 1849 – Roma, 30 Novembre 1896), è stata una famosa scrittrice e poetessa italiana della seconda metà dell’Ottocento. Le sue opere vengono pubblicate utilizzando lo pseudonimo di Contessa Lara.

Nata in una benestante famiglia a Firenze, Evelina Cattermole studia a Parigi, e si forma culturalmente sotto tutti gli aspetti, dall’apprendimento della musica grazie alla madre, nota pianista, alle lingue straniere, con il supporto del padre, professore d’inglese. L’animo letterario si sviluppa con il sostegno e gli insegnamenti della famosa poetessa Marianna Giarré-Billi.

La sua prima raccolta poetica Canti e Ghirlande viene pubblicata a Firenze nel 1867. A partire dal 1875 la sua attività letteraria si arricchisce con la pubblicazione di diverse opere: nel 1883 la raccolta poetica, Versi; nel 1886 viene pubblicata la raccolta di poesie, E ancora versi e la raccolta di novelle, Così è, mentre il primo romanzo L’innamorata esce nel 1901.

Molto più famose sono le sue vicende sentimentali, in parte definite scandalose, alimentate da pettegolezzi per la sua bellezza, raffinatezza ed ingenuità, che accompagnano la sua vita fino alla tragica morte.

Sempre alla ricerca dell’amore duraturo e stabile Evelina Cattermole alterna diverse relazioni sentimentali fino a quando conosce il pittore napoletano Giuseppe Pierantoni, con il quale convive a Roma.

Ma la relazione si rivela ben presto burrascosa fatta di persecuzioni, gelosia, litigi violenti, e alimentata da interessi soprattutto economici da parte del pittore di scarso talento, poco propenso al lavoro, verso la scrittrice fiorentina. Quest’ultima cerca invano di lasciarlo, ma il Pierantoni si oppone con forza.

Il 30 novembre 1896 è il giorno fatale: Evelina Cattermole viene uccisa con un colpo di pistola sparato da Giuseppe Pierantoni, il quale dopo averla colpita all’addome, con assoluta crudeltà, la lascia agonizzante per diverse ore prima di chiamare i soccorsi.

Il processo contro Giuseppe Pierantoni, tenuto presso la Corte d’Assise di Roma, si conclude con la condanna dello tesso a 11 anni e 8 mesi di prigione per omicidio volontario, dato per scontato il movente passionale senza riuscire a provare il vero movente di natura economica.

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