La “Trasfigurazione” è un dipinto (tempera su tavola, cm 410×279) realizzato tra il 1518 e il 1520 da Raffaello Sanzio, ed attualmente conservato presso la Pinacoteca Vaticana, all’interno dei Musei Vaticani.
La “Trasfigurazione” è l’ultima opera realizzata da Raffaello Sanzio prima della sua scomparsa avvenuta a Roma il 6 Aprile del 1520. Dopo la morte del pittore urbinate l’opera viene completata da Giulio Romano.
Raffaello è l’artista più apprezzato e rinomato del Rinascimento, e par tali ragioni il cardinale Giulio de’ Medici, futuro papa Clemente VII, gli commissiona il dipinto la “Trasfigurazione” per la decorazione della Cattedrale di Narbona, in Francia, mentre una seconda opera la “Resurrezione di Lazzaro” (attualmente conservato presso la National Gallery di Londra) viene commissionata al pittore Sebastiano del Piombo.
Il grande pittore urbinate ripropone sulla tela un episodio narrato dai Vangeli ovvero l’apparizione di Gesù Cristo, nella sua natura divina, sul monte Tabor ai suoi discepoli. Si tratta di un tema già trattato e rappresentato più volte sotto il profilo artistico, e in particolare nell’affresco la “Trasfigurazione” del Beato Angelico per il convento di San Marco a Firenze risalente al 1438-1440, la “Trasfigurazione di Cristo” di Tiziano Vecellio risalente al 1560 custodito nella Chiesa di San Salvador di Venezia, la Pala della “Trasfigurazione” di Pietro Perugino risalente al 1517 e conservato nella Galleria nazionale dell’Umbria a Perugia.
Raffaello Sanzio, dovendo competere con il grande artista e maestro Sebastiano del Piombo decide di rappresentare nella sua opera due episodi tratti dai Vangeli, arricchendo notevolmente la composizione.
Il dipinto la “Trasfigurazione” ha una struttura piramidale e armonica e può essere diviso in due parti: nella parte alta è raffigurato il Cristo con le braccia aperte e le vesti bianche e candide, che si erge come sospeso in una nuvola mostrando la sua natura divina. Ai lati sono raffigurati i profeti Mosè ed Elia e, un pò più in basso si nota il monte Tabor e alcuni degli Apostoli Pietro, Giovanni e Giacomo.
Nella parte bassa della pala è raffigurato l’episodio della guarigione di un ragazzo indemoniato, unitamente al gruppo dei discepoli (parte terrena).