Strage dei Niobidi. Opera di Andrea Camassei

Strage dei Niobidi

Strage dei Niobidi. Opera di Andrea Camassei. Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini, a Roma.

La Strage dei Niobidi è un dipinto (olio su tela, cm 300 x 410) realizzato intorno al 1638 circa dal pittore umbro Andrea Camassei, ed attualmente conservato presso la Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini, a Roma.

Andrea Camassei (Bevagna, Perugia, 1602 – Roma, 18 Agosto 1649) è stato un pittore di origine umbre, ma molto attivo nella città di Roma intorno alla prima metà del Seicento, allievo di Domenico Zampieri meglio come conosciuto come il Domenichino. Il lavoro artistico a Roma si svolse principalmente al servizio della nobile famiglia Barberini.

Il dipinto la Strage dei Niobidi raffigura la scena mitologica tratta dalle Metamorfosi di Ovidio, con l’uccisione cruenta dei Niobidi, i figli di Niobe, punita da Apollo e Artemide, gli dei gemelli figli di Latona, per la sua superbia. Apollo è il dio del Sole, della musica, della profezia e della poesia mentre Artemide nella mitologia greca (che i Romani chiamavano “Diana”) è la dea della caccia.

L’attacco arriva dall’alto con Apollo e Artemide che su una nube lanciano le frecce dal loro arco uccidendo i quattordici figli di Niobe che, colpiti, giacciono privi di vita a terra, mentre altri tentano di fuggire. A destra è raffigurata una bambina, la figlia più piccola stretta alla madre Niobe, in un atto di protezione, la quale alza una mano al cielo avanzando una timida supplica e assiste impotente al massacro, mentre Artemide punta la freccia proprio contra la piccola.

L’intero episodio è concentrato in una unica scena e dal quale emerge il pathos della vicenda: al centro un cavallo imbizzarrito, un figlio di Niobe in piedi che cerca di estrarre una freccia dal ginocchio e sulla sinistra in basso la scena più cruenta raffigurante un figlio morente con gli occhi aperti e la freccia nel petto.

Committente dell’opera è Taddeo Barberini, nipote del Papa Urbano VIII, (al secolo Maffeo Vincenzo Barberini).

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