Sant’Antonio Abate. Opera del Cavalier d’Arpino

Sant'Antonio Abate

Sant’Antonio Abate. Opera del Cavalier d’Arpino. Musei Capitolini, Pinacoteca Capitolina di Roma.

Sant’Antonio Abate è un dipinto (olio su tela, cm 66 x 45) realizzato intorno al 1635 circa dal pittore italiano Giuseppe Cesari, detto Cavalier D’Arpino, ed attualmente conservato presso i Musei Capitolini, Pinacoteca Capitolina di Roma.

Giuseppe Cesari, detto il Cavalier d’Arpino (Arpino, Frosinone, 14 Febbraio 1568 – Roma, 3 Luglio 1640) è stato un celebre pittore italiano, tra i più apprezzati e rinomati della pittura romana tra i secoli XVI e XVII, ed è passato alla storia per essere stato il maestro di Michelangelo Merisi, meglio noto come il Caravaggio e di Guido Reni.

Tra le opere romane occorre citare le decorazioni del soffitto della Cappella Contarelli nella Chiesa di San Luigi dei Francesi, le decorazione della volta della Cappella Olgiati nella Basilica di Santa Prassede, due dipinti (l’ Adorazione dei Magi e la Natività) per la Cappella Aldobrandini nella Chiesa di Santa Maria in Via, l’affresco dell’ Ascensione nella Basilica di San Giovanni in Laterano, i cartoni per la decorazione a mosaico della cupola nella Basilica di San Pietro in Vaticano, decorazioni della Cappella Paolina nella Basilica di Santa Maria Maggiore, la pala d’altare raffigurante l’ Incoronazione della Vergine per la Chiesa di Santa Maria in Vallicella detta tradizionalmente Chiesa Nuova, i dipinti Morte della Vergine e Natività della Vergine nella Chiesa di Santa Maria di Loreto,  la pala d’altare raffigurante “Santa Barbara” nella Cappella di Santa Barbara all’interno della Chiesa di Santa Maria in Traspontina, gli affreschi conservati nella Sala degli Orazi e dei Curiazi in Campidoglio, e il dipinto Diana cacciatrice conservato presso i Musei Capitolini, Pinacoteca Capitolina di Roma.

Il dipinto Sant’Antonio Abate raffigura il santo eremita a mezza figura con la barba bianca e lunga, le mani incrociate e gli occhi rivolti al cielo su un fondo buio. Traspare dall’opera il carattere devozionale e ascetico, che emerge soprattutto dall’espressione del volto del santo.

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