San Sebastiano è un dipinto (olio su tela, cm 127 x 92) realizzato intorno al 1615 dal pittore bolognese Guido Reni ed attualmente conservato nei Musei Capitolini, Pinacoteca Capitolina di Roma.
Inoltre, presso la Pinacoteca Capitolina romana sono conservati i seguenti dipinti: Cleopatra, Fanciulla con corona, Maddalena con il vaso degli unguenti, Lucrezia, Anima Beata, Gesù fanciullo e San Giovannino, e la Maddalena penitente.
Guido Reni (Bologna, 4 Novembre 1575 – Bologna, 18 Agosto 1642) è stato un celebre pittore e incisore emiliano, vicino alla cerchia dei pittori Annibale e Ludovico Carracci, molto attivo nella città natale di Bologna, oltre a Roma e a Napoli. Guido Reni viene annoverato tra i principali esponenti del classicismo italiano, ma strizza l’occhio anche al barocco, reinterpretandolo attraverso uno stile più pacato ed intimo.
Tra le sue opere romane si ricorda il dipinto raffigurante l’ Incoronazione dei Santi Cecilia e Valeriano (databile al 1600) conservato presso la Basilica di Santa Cecilia in Trastevere; il dipinto raffigurante Santa Cecilia e quattro santi (databile al 1600) conservato presso la Chiesa di San Luigi dei Francesi; l’affresco raffigurante L’Aurora (databile al 1614) presso il Palazzo Rospiglosi-Pallavicini; il dipinto raffigurante La Fortuna trattenuta da Amore è un dipinto (databile al 1623) conservato nella Pinacoteca Vaticana; il dipinto raffigurante San Michele Arcangelo, (databile al 1635-1636) conservato all’interno della Chiesa di Santa Maria della Concezione dei Cappuccini o di Santa Maria Immacolata a Via Veneto; la tela raffigurante Il Crocefisso (databile al 1640 circa) conservato presso l’altare maggiore della Basilica di San Lorenzo in Lucina; gli affreschi conservati nell’Oratorio di Santa Silvia al Celio.
Il dipinto San Sebastiano raffigura il soldato romano martirizzato durante l’impero di Diocleziano per la sua adesione al cristianesimo. L’opera, rispondendo agli ideali classici, non si concentra sul corpo martirizzato dalle frecce e sulla sofferenza del santo, ma ripropone una immagine più spirituale intrisa di una forte sensualità.
Una seconda versione dell’opera (sempre databile al 1615) si trova nel Museo di Palazzo Rosso a Genova.