Sacrificio di Isacco. Opera di Orazio Gentileschi

Sacrificio di Isacco

Sacrificio di Isacco. Opera di Orazio Gentileschi. Galleria Nazionale di Palazzo Spinola a Genova.

Il Sacrificio di Isacco è un dipinto (olio su tela) realizzato tra il 1611 e il 1615 dal pittore toscano Orazio Gentileschi (padre della famosa pittrice Artemisia Gentileschi), ed attualmente conservato presso la Galleria Nazionale di Palazzo Spinola a Genova.

Orazio Lomi Gentileschi (Pisa, 9 Luglio 1563 – Londra, 11 Settembre 1639) è stato un celebre pittore, grande esponente del Caravaggismo. Opera a Roma, a Genova e a Londra, dove sono conservate la maggior parte delle sue opere. Tra queste occorre citare il dipinto raffigurante “David con la Testa di Golia” conservato presso la Galleria Spada di Roma; la tela raffigurante il Battesimo di Cristo, conservata Chiesa di Santa Maria della Pace a Roma; la tela raffigurante San Francesco d’Assisi riceve le stimmate, conservata nella Chiesa di San Silvestro in Capite a Roma; il dipinto raffigurante Santa Cecilia suona la spinetta conservato presso la Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia; il dipinto raffigurante l’Annunciazione conservato nella Galleria Sabauda di Torino; il dipinto raffigurante il Riposo durante la fuga in Egitto conservato nel Museo del Louvre; il dipinto raffigurante il Ritrovamento di Mosè e San Francesco stigmatizzato sorretto da un angelo, conservati al Museo del Prado di Madrid; il dipinto raffigurante Danae, conservato al Getty Museum di Los Angeles; il dipinto raffigurante Santa Cecilia e i santi Tiburzio e Valeriano, conservato alla Pinacoteca di Brera.

Il dipinto il Sacrificio di Isacco raffigura Abramo, il figlio Isacco e l’angelo tutti disposti secondo una linea verticale e collegati da un dialogo espressivo e corporeo. Il cromatismo è acceso dalla fonte di luce che si propaga anch’essa in senso verticale, dall’alto verso il basso, illuminando le tre figure e lo sfondo naturale.

L’opera viene realizzata tra il 1611 e il 1615 a Genova, dove il pittore toscano si trasferisce per qualche anno, su commissione del mecenate genovese Giovan Antonio Sauli.

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