Ritratto della giovane in fiamme
Il Ritratto della giovane in fiamme (Portrait de la jeune fille en feu) è un film drammatico/sentimentale del 2019 che con la regia di Céline Sciamma si impone nel panorama cinematografico internazionale vincendo il Prix du scénario al Festival di Cannes 2019 e ottenendo un Nastro d’argento 2020 come Migliore attrice non protagonista a Valeria Golino e una candidatura a Golden Globes 2020 per il miglior film straniero.
La storia si svolge in Francia nel XVIII secolo dove in una bottega di una rinomata pittrice viene fuori un dipinto dal titolo emblematico il Ritratto della giovane in fiamme e da lì parte un racconto a ritroso, ricco di intrigati sentimenti, tra amore e passione che coinvolge due giovani donne, che condividono un breve percorso di vita insieme su un’isola della Bretagna.
Nel 1770 a Marianne, giovane pittrice, viene commissionato il ritratto di nozze di Héloise, una giovane donna appena uscita dal convento. La giovane è stata promessa sposa ad un nobile milanese e rifiuta di posare per il ritratto così come rifiuta il matrimonio. Marianne viene ingaggiata dalla madre di Héloise e dovrà diventare la sua dama di compagnia con lo scopo di osservarla attentamente in modo da poterla immortalare sulla tela da donare al futuro sposo prima del matrimonio. Man mano che si frequentano tra le due giovani donne nasce una forte attrazione fisica, che man mano diventa sempre più travolgente, fino ad innamorarsi l’una dell’altra.
“Siamo nello stesso posto, esattamente nel medesimo.”
La pellicola vuole portare all’attenzione l’amore puro, inteso come valore, senza condizionamenti e senza effetti palesemente discriminatori in base all’orientamento sessuale.
Accanto al valore dell’amore viene in evidenza il rispetto della dignità della persona e delle sue scelte di vita che si manifesta nella figura, in secondo piano, della giovane serva incinta, alla ricerca di diversi tentativi per abortire.
Valori, che sebbene esteriorizzati attraverso una inquadratura prettamente femminile, si ritrovano anche oggi e si inseriscono “nell’alveo di una civiltà giuridica in evoluzione, sempre più attenta ai valori, di libertà e dignità, della persona umana” (cit. Cass., n. 4184/2012).