“Riposo durante la fuga in Egitto” è un dipinto (olio su tela, cm 135,5×166,5) realizzato tra il 1595 ed il 1596 dal pittore italiano Michelangelo Merisi, conosciuto come il Caravaggio, ed attualmente conservato presso la Galleria Doria Pamphilj di Roma.
Con molta probabilità il dipinto “Riposo durante la fuga in Egitto” appartiene al periodo giovanile del Caravaggio, durante il primo soggiorno romano: si intuisce dai colori molto brillanti che invece, successivamente, il Caravaggio tende a scurire per dare maggiore contrasto tra ombra e luce.
Al centro del quadro è ritratto un angelo in piedi e di spalle, intento a musicare con un violino il testo del Cantico dei Cantici. L’angelo è coperto soltanto da un drappo bianco che lascia intravedere le forme del corpo nudo e presenta due grandi ali di colore nero che rappresentano il confine che divide in due parti distinte la scena: la parte sinistra dove è presente la figura di Giuseppe, con il volto stanco e con i piedi nudi, e dove la vegetazione è misera (povertà), per finire nella parte destra dove sono raffigurati la Vergine Maria e il Bambino Gesù, teneramente stretti in un abbraccio, e dove l’ambiente naturale risulta maggiormente rigoglioso e fertile (beatitudine). Infine se osserviamo attentamente l’opera possiamo notare che il violino che l’angelo sta suonando presenta una corda spezzata, che simboleggia la fragilità della vita.
Anche la dinamica è alquanto inusuale: Giuseppe appare quasi come figura in secondo piano ed in ombra rispetto alla Vergine Maria illuminata di luce Divina con in braccio il suo piccolo Gesù protesa ad in atteggiamento particolarmente materno.
Bellissimo è il gioco della luce proveniente da sinistra che taglia in pieno volto di Maria e di Gesù, lasciando invece Giuseppe in quasi penombra come se l’artista volesse dare una gradualità d’importanza religiosa.
Oltremodo, l’opera affronta un brano della religione cristiana tratto dal Vangelo di Matteo 2,12-13 e concerne la fuga dalla Palestina verso l’Egitto a causa delle persecuzioni di Erode il Grande. Angoscia, pericolo ed ansia non trapelano in alcun modo dai volti della Sacra Famiglia.
Modella per la figura della Vergine è la cortigiana Anna Bianchini, che posa per altre tre opere del Caravaggio, anche a carattere religioso: la “Maddalena Penitente” (anno 1597- Galleria Doria Pamphilj di Roma), “Marta e Maria Maddalena” (anno 1598 – Institute of Arts di Detroit) e “Morte della Vergine” (anno 1604 – Musée du Louvre di Parigi).
Controverse risultano le opinioni circa il nome del committente dell’opera; tra le diverse ipotesi emerge sia quella che il dipinto sia stato commissionato dall’arcivescovo cattolico, Fantino Petrignani, il quale nel 1594 ospita il Caravaggio presso la Chiesa di San Salvatore in Lauro, e sia quella che il dipinto sia stato commissionato da Girolamo Vittrici, cognato di Prospero Orsi, amico del Caravaggio e successivamente alla morte del committente, viene venduto a Camillo Pamphilij entrando nella sua collezione privata. Certamente il dipinto “Riposo durante la fuga in Egitto” è stato di proprietà della nobildonna italiana Olimpia Aldobrandini, Principessa di Rossano, la quale nel 1647 sposa in seconde nozze Camillo Francesco Maria Pamphili, con la conseguenza che tutte le sue proprietà passano alla famiglia Pamphili divenendo parte della attuale Galleria Doria Pamphilj.