Raffaello da Montelupo, all’anagrafe Raffaele Sinibaldi (Montelupo Fiorentino, 1505 – Orvieto, 1566), è stato un celebre scultore e architetto italiano, molto attivo principalmente nelle città di Roma e di Orvieto, dove muore nel 1566 mentre era impegnato nella direzione dei lavori nel Duomo della cittadina umbra.
La formazione artistica di Raffaello da Montelupo inizia nella bottega di famiglia, sotto la guida di suo padre Baccio Sinibaldi o anche detto Baccio da Montelupo, un rinomato scultore, molto vicino a Michelangelo Buonarroti. Successivamente la formazione scultorea prosegue con lo scultore fiorentino Jacopo Sansovino, alla quale si affiancano diverse collaborazioni, in particolare a Roma con il Lorenzetto, nella cerchia di Raffaello Sanzio e con il grande Michelangelo Buonarroti.
Tra le opere romane Raffaello da Montelupo si ricordano: la scultura in marmo raffigurante il Profeta “Elia” (anno 1522), opera del Lorenzetto poi terminata dallo scultore toscano, e conservata all’interno della Cappella Chigi nella Basilica di Santa Maria del Popolo, nel rione Campo Marzio; la pala d’altare costituita da un grande bassorilievo in marmo raffigurante lo Sposalizio mistico di Santa Caterina D’Alessandria, realizzato intorno al 1539 e conservato all’interno della Cappella Dondoli nella Chiesa di Santa Maria della Consolazione, nel rione Campitelli;
la statua dell’ Angelo, in marmo con le ali di bronzo, databile intorno al 1543, che oggi si trova all’interno del cortile di Castel Sant’Angelo a Roma, mentre originariamente era posta sulla sommità della struttura per poi essere sostituita nel 1753 con la statua attuale, raffigurante l’Angelo di Castello, opera di Peter Anton von Verschaffelt;
il Monumento funebre di papa Leone X, (al secolo Giovanni de’ Medici), conservato nella Basilica di Santa Maria sopra Minerva, dove la statua del pontefice viene scolpita dallo scultore toscano; inoltre su disegno di Michelangelo realizza (dal 1542 in poi) le statue della Madonna col Bambino, il Profeta e la Sibilla per la Tomba di Giulio II nella Basilica di San Pietro in Vincoli a Roma.