Ponte Sisto si trova a Roma, incastonato tra il rione Regola e il rione Trastevere, fungendo da collegamento tra la rinomata Piazza Trilussa e le famose Via dei Pettinari e Via Giulia.
Le sue origini sono molto antiche e per tali motivi vi sono alcune incertezze sulla sua originaria edificazione; è stato, infatti, ipotizzato che la prima costruzione del ponte risalga all’opera di Vipsanio Agrippa intorno al 12 a.C., dal quale prese il nome di pons Agrippae, ovvero all’opera di Antonino Pio (Titus Aurelius) nel 147 d.C. dal quale prese il nome di pons Aurelius o pons Antonini; un successivo restauro avvenne nel 366- 367 per opera dell’imperatore Valentiniano prendendo, di conseguenza, il nome di pons Valentiniani, ma nel 791 a seguito di una forte piena del fiume Tevere, il ponte crollò e da tale evento venne soprannominato pons fractus o pons ruptus rimanendo per lungo tempo abbandonato.
La ricostruzione del ponte avviene nel 1473 ad opera di Francesco della Rovere divenuto papa con il nome di Sisto IV che la affida all’architetto Baccio Pontelli, e la realizzazione viene terminata nel 1479.
Da papa Sisto IV il ponte acquista la denominazione attuale di “Ponte Sisto“.
Successivamente nel 1567 sotto il pontificato di Papa Pio IV si assiste a nuovi interventi di restauro del ponte affidati all’architetto Jacopo Barozzi da Vignola ed eseguiti da Matteo di Castello. Nel 1598 avviene un altro restauro del ponte sotto papa Clemente VIII. Gli ultimi interventi di restauro risalgono al 1877, che rinforzarono la struttura del ponte ma ne modificarono l’aspetto estetico.
Ponte Sisto è costituito da quattro arcate in travertino, dove sono presenti gli stemmi papali e nella parte centrale vi è una apertura, una sorta di foro che nel linguaggio comune e popolare romano viene chiamato l’ “Occhialone” il quale serve a monitorare durante l’anno le piene del fiume Tevere.