Ponte Emilio o Ponte Rotto fu il primo ponte in muratura di Roma.
Sembra essere attribuito a Manlio Emilio Lepido insieme alla realizzazione della Via Aurelia intorno al 241 a.C. e nel 179 a.C. il Ponte venne ricostruito in occasione del rifacimento del vicino porto fluviale.
Ponte Rotto subì numerosi danni a causa delle piene del fiume Tevere in varie riprese (in particolare negli anni 1230, 1422) e con Papa Giulio III nel 1552 le arcate vennero ricostruite del tutto, grazie all’opera di Nanni di Baccio Bigio ma purtroppo l’ennesima alluvione lo distrusse nuovamente nel 1557.
Altra ricostruzione nel 1573 con Papa Gregorio XIII per opera di Matteo di Castello ma ancora la grande alluvione del 1598 fece sparire sei arcate e il ponte rimase così, assumendo poi la denominazione di Ponte Rotto.
Nel 1853 furono aggiunte delle passerelle metalliche che collegarono il troncone di ponte alla riva sinistra ma nel 1887 fu decretato l’abbattimento di tali passerelle e la creazione di un nuovo ponte adiacente, Ponte Palatino.
Questo ponte collega il lungotevere Aventino al lungotevere Ripa nei rioni Ripa e Trastevere.
Fu progettato dall’architetto Angelo Vescovali e costruito tra il 1886 e il 1890,oggi, la particolarità di Ponte Palatino è quella di essere noto come ponte inglese, a causa della circolazione automobilistica a sensi invertiti come è in uso nel Regno Unito.
Oggi resta a ricordo dell’antico ponte solo un arco, più volte colpito dalla forza della natura, quasi un romantico ricordo, in contrapposizione al nuovo metallico solido e forte; quando la bellezza e la magnificenza dell’antico si combinano con il moderno, segnando un percorso riconoscibile in ognuno di noi.
Tutto questo e non solo, è possibile ammirare in una passeggiata, magari passando da Ponte Fabricio, ammirando la scultura dei “I Quattro Capi” , scendendo lungo la rive del Tevere, proseguendo lungo la banchina fin quando si fa nota ai nostri occhi una delle innumerevoli storie di Roma.