Il concetto di evasione, sebbene limitata al solo tentativo, emerge con assoluta chiarezza e fermezza nelle novelle di Luigi Pirandello.
L’angoscia propria dell’essere umano, la sua infelicità nei confronti della vita si riscontrano in forma accentuata nella novella “Uno, nessuno, centomila”.
Un capolavoro unico dove lo sgretolamento della personalità dell’essere umano è il tema centrale, che Luigi Pirandello riesce a rappresentare con assoluto umorismo, contorniato da una vena a tratti sarcastica.
L’opera è incentrata su un unico personaggio, Vitangelo Moscarda, il classico uomo medio, rappresentato in un continuo dualismo tra la realtà e l’apparenza, tra le abitudini e le convenzioni.
Vitangelo Moscarda è un uomo emblematico, raggomitolato all’ interno del suo dramma, del suo passato e del suo presente. Vorrebbe essere Uno, ovvero essere riconosciuto dagli altri, in primis dalla moglie, con la sua personalità, unica e particolare. La proiezione verso il mondo esterno lo fa diventare Centomila: gli occhi degli altri lo fanno divenire un uomo sempre diverso, in continuo mutamento. Riesce a sottrarsi dall’enigma accettando di essere Nessuno, un anonimo, ovvero rinunciando alla sua personalità presente e rinunciando ad acquisirne una per il futuro.
Solo in questo momento la sua arte vola oltre la percezione dell’unitarietà delle cose.
Edvard Munch nasce nel 1863 da una famiglia numerosa ma caratterizzata da una brutta serie di lutti, per primo la morte della madre, e dalla follia.
Il padre fu afflitto da un comportamento psiconevrotico, malinconico e pietistico che non aiutò il giovane Edvard che scriverà:
“ho ereditato due dei più spaventosi nemici dell’umanità: il patrimonio del consumo e la follia.”
Si iscrive prima alla Scuola di Disegno di Oslo e poi nel 1881 alla Scuola di Arti e Mestieri e qui entra in contatto con altri artisti e con i movimenti che caratterizzano quel periodo come l’impressionismo, tanto che le sue prime opere ricordano molto quelle di Manet.
Soffermiamoci però su quella capacità che è propria di Edvard Munch di rappresentare l’angoscia, la paura e i tormenti dell’animo umano.
Il rosso sangue del cielo al tramonto sulla città, lunghe lingue di fuoco, il terrore e l’URLO infinito che dilaga tutto intorno.
IL MONTE CALVARIO detto Golgota, dove la figura predominante del Cristo Crocifisso è lo stesso Edvard Munch , nel quale sottolinea tutte le sofferenze, le tragedie e la solitudine avute nella vita; è anche la solitudine del poeta del Novecento.
La folla, una massa di uomini borghesi, pallidissimi con gli occhi sbarrati, in cui Munch identifica un umanità vuota, priva di sentimenti, che esiste e non vive.
L’accostamento è certamente molto particolare. Articolo molto interessante.
Audace il parallelismo tra Le Novelle di Pirandello e le opere pittoriche su rappresentate.
Suggestivi gli articoli ad essi riferiti.
Davvero interessante!!
L’accostamento è venuto un pò da sè. Si è cercato di rappresentare la tematica dell’angoscia dell’essere umano partendo dall’ironia di Pirandello fino alla follia di Munch. Grazie del tuo intervento.