Michelangelo Buonarroti, muore a Roma il 18 febbraio 1564, come scrivere qualcosa su di lui?
Vorrei non essere scontata e ripetitiva. Si corre sempre il rischio di dire cose fuori contesto o assolutamente ovvie.
Ho pensato di partire da un opera, ma quale scegliere?
Ho pensato a Michelangelo, a quel “Tormento” interiore legato al momento creativo; all’idea che il blocco di marmo abbia dentro di se l’opera d’arte, la quale aspetta solo di essere liberata e che il superfluo sia tolto.
Così la prima immagine che ho avuta è lo SCHIAVO MORENTE del Louvre, alla quale non pensavo, dall’ ultimo viaggio a Parigi.
Schiavo Morente, nato anche come SCHIAVO DORMIENTE, che insieme ad altre statue avrebbe dovuto essere collocato nella tomba di Papa Giulio II.
Mi è tornato in mente il fastidio e la frustrazione che Michelangelo si dice abbia provato nella realizzazione dell’opera.
Doveva essere il più ambizioso progetto dell’epoca, il mausoleo del pontefice, da porre al centro di San Pietro; inizialmente di forma rettangolare, articolato in altezza in tre ordini, slanciatosi verso l’alto, quasi in forma di piramide. Peccato che, alla fine non fu così.
Di certo sappiamo che doveva trattarsi di un organismo plastico e architettonico, autonomo, non addossato alle pareti ma al centro dello spazio.
Così sono tornata ad osservare il Mosè, nella Chiesa di San Pietro in Vincoli a Roma, poiché è qui, che alla fine si trova il monumento ed è proprio il Mosè che lo caratterizza; mentre alcune delle statue, come lo Schiavo Morente, sono finite in altri musei.
MOSE’, maestoso, fermo, imponente, è una delle opere scultoree più famose di Michelangelo, puro esempio di quella Terribilità che caratterizza le opere dell’artista.
MICHELANGELO, maestoso, fermo, imponente e terribile.