“Leda col cigno” è un dipinto (olio e resine su tavola, cm 130×77,5) realizzato tra il 1505 e il 1507 e presumibilmente attribuito al pittore italiano Francesco Melzi, allievo prediletto di Leonardo da Vinci e attualmente conservato presso la celebre Galleria degli Uffizi a Firenze.
“Leda col cigno” si attesta quale copia della “Leda” di Leonardo da Vinci, andata ormai perduta. Una copia del dipinto “Leda col cigno” databile tra il 1510 e il 1520, presumibilmente attribuita al pittore italiano Cesare da Sesto, anche lui allievo di Leonardo da Vinci, è conservata presso la Galleria Borghese a Roma.
La “Leda” moglie del re di Sparta Tindaro, è una figura che appartiene alla mitologia greca secondo la quale Zeus (o Giove) rapito dall’amore per la donna prese le sembianze di un cigno per accoppiarsi con la stessa. Dall’unione carnale Leda dette alla luce due uova giganti contenenti due coppie di gemelli, due maschi e due femmine: Castore e Clitennestra, Elena e Polluce.
Il dipinto “Leda col cigno” mostra la giovane e bella donna nuda mentre si stringe al cigno (Zeus Giove); sul prato vicino alla stessa sono raffigurate le uova schiuse dalle quali sono nati le due coppie di gemelli.
L’immagine è intrisa di una forte dose di sensualità ed erotismo determinati dalla sua bellezza gentile e deliziosa, quasi intrisa di una senso di pudore, dalla nudità del corpo della donna e dalle sue forme morbide e sinuose.
Lo sfondo del dipinto appare ricco di colori e sfumature con diverse gradazioni di marroni e di verde, che mettono in evidenza una florida vegetazione, diverse piante e un prato rigoroso e fiorito mentre in lontananza, in alto, si intravedono le montagne di un bianco nitido che richiama la nebbiosità delle prime ore del mattino.