La Maddalena penitente. Opera di Tiziano Vecellio

La Maddalena penitente

La Maddalena penitente. Opera di Tiziano Vecellio. Galleria Doria Pamphilj a Roma.

La Maddalena penitente è un dipinto (olio su tela) realizzato intorno al 1530 – 1560  circa dal pittore veneziano Tiziano Vecellio, e attualmente conservato presso la Galleria Doria Pamphilj a Roma.

Tiziano Vecellio (Pieve di Cadore, in provincia di Belluno, 1488/1490 – Venezia, 27 Agosto 1576), è stato un celebre pittore italiano, annoverato tra i principali interpreti del Rinascimento italiano e massimo esponente della c.d. scuola veneziana. Tra le sue numerose opere occorre citare il Concerto (databile tra il 1507 e il 1508 circa) e attualmente conservato nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze; Donna allo specchio (databile al 1512-1515 circa) ed attualmente conservato presso il Museo del Louvre di Parigi; Salomè con la testa del Battista (databile intorno al 1515 circa) e attualmente conservato presso la Galleria Doria Pamphilj a Roma; il Battesimo di Cristo (databile intorno al 1512 circa) e attualmente conservato presso i Musei Capitolini, Pinacoteca Capitolina di Roma; il Polittico Averoldi (databile  intorno al 1520-1522 circa) e attualmente conservato presso la Collegiata dei Santi Nazaro e Celso a Brescia; Il Redentore (databile intorno al 1533-1534 circa) e attualmente conservato presso la Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze; la Venere di Urbino (databile al 1538) e attualmente conservato presso la Galleria degli Uffizi di Firenze; Danae (databile al 1545) e attualmente conservato presso il Museo Nazionale di Capodimonte di Napoli; la Crocifissione (databile al 1555 circa) e attualmente conservata presso il Monastero Reale di San Lorenzo de El Escorial, a Madrid; Venere e Adone (databile al 1560 circa) ed attualmente conservato presso la Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini, a Roma.

Il dipinto la Maddalena penitente raffigura la peccatrice in piedi con il corpo nudo avvolta dai lunghi capelli biondi, ciò che conferisce all’immagine una diversa sensualità, rispetto ad altre opere simili. In basso è ritratta l’ampolla di unguento usati per profumare i piedi di Gesù.

Capolavoro indiscusso dell’arte sacra, ne esistono numerose copie con varianti, (almeno quattro) tra cui una conservata presso la Galleria Palatina di Palazzo Pitti, di Firenze, databile al 1533, e una seconda versione conservata al Museo di Capodimonte di Napoli, databile al 1550-1560.

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