L’ Apparizione della Vergine ad Augusto e alla Sibilla

Apparizione della Vergine ad Augusto e alla Sibilla

L’ Apparizione della Vergine ad Augusto e alla Sibilla

L’ Apparizione della Vergine ad Augusto e alla Sibilla è un dipinto (olio su tavola) realizzato nel 1544 dal pittore veneto Benvenuto Tisi da Garofalo, detto il Garofalo, ed attualmente conservato nella Pinacoteca Vaticana, all’interno dei Musei Vaticani, Città del Vaticano, Roma.

Benvenuto Tisi da Garofalo, detto il Garofalo (Garofolo, 1476 o 1481 – Ferrara, 6 Settembre 1559) è stato un celebre pittore di origine veneta, appartenente alla Scuola ferrarese; presumibilmente nato a Garofalo, in provincia di Rovigo, il pittore soleva firmare le sue tele disegnando all’interno delle stesse l’immagine di un garofano.

Le sue opere risentono dell’influsso del Boccaccio Boccaccino prima e successivamente di Raffaello Sanzio e di Giulio Romano e sono incentrate su tematiche sacre e religiose, in particolare sulla vita di Gesù e della Vergine Maria (in tal senso, il dipinto raffigurante  l’ Annunciazione, databile 1528 – Musei Capitolini, Pinacoteca Capitolina, di Roma).

Il dipinto Apparizione della Vergine ad Augusto e alla Sibilla raffigura la Sibilla Tiburtina mentre mostra all’imperatore Ottaviano Augusto l’apparizione celeste della Madonna col Bambino in braccio, annunciando la venuta del figlio di Dio, scena tratta dalla Legenda aurea composta dal frate domenicano Jacopo da Varazze.

La Sibilla Tiburtina (o Albunea) è una delle dodici Sibille, profetesse dell’antichità classica, e secondo la tradizione cristiana, fu colei che predisse la nascita di Cristo.

La Vergine appare con il Bambino in braccio adagiata su una nuvola nel cielo, nell’angolo sinistro in alto del dipinto, mentre in basso sono raffigurati sul colle capitolino la Sibilla Tiburtina la quale indica con la mano sinistra all’imperatore Ottaviano Augusto la visione divina. Le due figure sembrano in movimento, e il dinamismo della Sibilla Tiburtina viene bilanciato dal braccio sinistro lanciato in alto a cui corrisponde il piede destro in avanti e una leggera torsione del busto verso l’imperatore.

Da notare la ricchezza cromatica della tela attraverso la quale il pittore veneto conferisce alla scena una delicata armonia compositiva.

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