Il sogno di un mattino di primavera è un poema teatrale in un atto unico del 1897, opera di Gabriele D’Annunzio (di cui il successivo Sogno d’un tramonto d’autunno del 1889).
La prima rappresentazione avviene a Parigi, al Teatro della Renaissance, il 15 giugno 1897 con la partecipazione di Eleonora Duse nel ruolo della protagonista.
L’opera richiama la tragedia greca classica quasi totalmente incentrata nel personaggio di Isabella (alias Eleonora Duse), in una atmosfera intrisa di follia e desiderio “in un’antica villa toscana“. La donna dopo aver tenuto accanto a sé per un’intera notte il corpo dell’amante, intriso di sangue, ucciso dal marito si “risveglia” simbolicamente in una mattina di primavera in piena simbiosi tra le piante del giardino, e tra estremo pathos e senso di evasione totale. Dalla morte si passa alla voglia di vivere; la primavera e il suo paesaggio è intesa come rinascita, dove le ombre diventano luce e si elogia l’amore per la vita in generale.
D’Annunzio scrive Il sogno di un mattino di primavera ispirandosi ad Eleonora Duse.
Eleonora Duse (Vigevano, 3 Ottobre 1858 – Pittsburgh, 21 Aprile 1924) è stata la più famosa e popolare attrice teatrale italiana del Diciannovesimo Secolo, nota anche per la sua relazione sentimentale con Gabriele D’Annunzio che per lei scrive le opere Il sogno di un mattino di primavera, La Gioconda, Francesca da Rimini, La città morta, e, infine, La figlia di Iorio.
Una relazione impetuosa e passionale, piena di trasporto e al contempo di avversione della bella attrice nei confronti di colui che apostrofa come il “Poeta infernale”.
La loro relazione si chiude con gran dolore racchiuso in quella celebre frase dell’attrice:
“Gli perdono di avermi sfruttata, rovinata, umiliata. Gli perdono tutto, perché ho amato.”
Eleonora Duse muore a Pittsburgh durante una tournèe negli Stati Uniti D’America il 21 Aprile 1924.