I mattini passano chiari
I mattini passano chiari
e deserti. Cosí i tuoi occhi
s’aprivano un tempo. Il mattino
trascorreva lento, era un gorgo
d’immobile luce.
Taceva. Tu viva tacevi; le cose
vivevano sotto i tuoi occhi
(non pena non febbre non ombra)
come un mare al mattino, chiaro.
Dove sei tu, luce, è il mattino.
Tu eri la vita e le cose.
In te desti respiravamo
sotto il cielo che ancora è in noi.
Non pena non febbre allora,
non quest’ombra greve del giorno
affollato e diverso. O luce,
chiarezza lontana, respiro
affannoso, rivolgi gli occhi
immobili e chiari su noi.
È buio il mattino che passa
senza la luce dei tuoi occhi.
(poesia I mattini passano chiari tratta dalla raccolta Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, 11 marzo – 11 aprile 1950).
A Constance Dowling sono dedicate le poesie della raccolta Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, (dieci poesie, otto in italiano e due in inglese, scritte a Torino tra l’11 Marzo e il 10 Aprile del 1950 e pubblicate postume nel 1951 dopo il suicidio di Cesare Pavese, tutte incentrate sulla delusione del rapporto con Constance Dowling e del fatto che lei non lo ricambia nei suoi sentimenti amorosi). Oltre a questa raccolta è dedicato a Constance anche l’ultimo romanzo di Pavese dal titolo La luna e i falò (scritto tra il 18 Settembre e il 9 Novembre 1949 e pubblicato nell’Aprile del 1950).
Constance Dowling (New York, 24 Luglio 1920 – Los Angeles, 28 Ottobre 1969) è stata una famosa attrice cinematografica statunitense ed è stata l’ultima passiona amorosa dello scrittore piemontese Cesare Pavese, musa ispiratrice delle sue ultime poesie. Cesare Pavese si toglie la vita il 27 Agosto del 1950 a Torino.