Gli archeologi è un dipinto (olio su tela), del quale vi sono più versioni con alcune variazioni, realizzato intorno al 1927 circa dal celebre pittore italiano Giorgio De Chirico, annoverato come il principale esponente della Pittura metafisica, ed attualmente conservato presso il Museo Carlo Bilotti di Roma.
Analoga opera Gli archeologi (databile intorno al 1927 circa) è conservata presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.
Giorgio De Chirico (Volo, Grecia, 10 Luglio 1888 – Roma, 20 Novembre 1978) è stato un celebre e rinomato artista italiano, tra i grandi della pittura del Novecento. Intorno al lavoro di Giorgio de Chirico e dall’incontro con il pittore futurista Carlo Carrà nel 1910 si sviluppa la Metafisica. Si tratta della corrente pittorica più importante del XX secolo e aspira a superare i limiti del visibile e del reale, rivelando il significato inquietante degli oggetti attraverso il loro inconsueto accostamento in un clima di suggestione e di mistero.
La Metafisica si caratterizza per l’ordine e la chiarezza compositiva nella pittura: le scene sono in pratica nitidissime, senza deformazioni (in tal senso, come non citare i famosi manichini di De Chirico: l’Orfeo solitario, databile al 1973 circa; Gli archeologi, databile intorno al 1927 circa; Archeologi misteriosi, databile al 1926 circa). I quadri raffigurano oggetti e forme riconoscibili, collocati in spazi ben definiti dal punto di vista architettonico e cromatico, ma i vari elementi appaiono coordinati in maniera assurda, apparentemente senza nessi tra loro (in tale senso La torre e il treno, databile intorno al 1934 circa; La torre del silenzio, databile intorno al 1932 circa; Il tempio nella stanza databile intorno al 1927 circa; Interno metafisico con biscotti databile al 1960 circa).
Il dipinto raffigura due figure, un uomo e una donna, nella specie due manichini senza volto, seduti su di un divanetto basso all’interno di una stanza. Le misure dei corpi sono sproporzionate con il busto e le braccia più lunghe delle gambe e le dimensioni generali risultano più grandi rispetto all’ambiente domestico o casalingo nel quale sono inseriti. Nel grembo sono raffigurati diversi oggetti come antichi templi ed edifici, frammenti architettonici e formazioni rocciose, statue classiche e resti di colonne, … che ricordano le origini greche di De Chirico. Le due figure umanizzate sembrano dialogare tra loro, isolate dal resto del mondo, un atteggiamento che richiama il concetto metafisico del passato e del presente della pittura di De Chirico.