Giuditta consegna la testa di Oloferne alla fantesca è un dipinto (olio su tela), realizzato ante 1659 dal pittore di origine calabrese Mattia Preti ed attualmente conservato presso il Museo e Real Bosco di Capodimonte, a Napoli.
L’opera viene commissionata prima del 1659 dall’avvocato calabrese Domenico di Somma, come si evince dal suo testamento.
Mattia Preti (Taverna, Catanzaro, 1613 – La Valletta, 1699), noto anche come il Cavalier Calabrese perché nato in terra di Calabria, è stato un rinomato pittore italiano, incluso tra gli ultimi seguaci del caravaggismo romano e annoverato tra i maggiori esponenti del Barocco nella seconda metà del XVII secolo. Nel 1630 Mattia Preti si trasferisce a Roma dove conosce lo stile e la tecnica del Caravaggio e dove sono conservate diverse opere, in particolare il dipinto raffigurante la Flagellazione (datato 1640) nel convento adiacente alla Chiesa di San Giovanni Calibita, l’affresco raffigurante l’Elemosina di San Carlo Borromeo nella Chiesa di San Carlo ai Catinari; gli affreschi raffiguranti Sant’Andrea legato alla croce, la Crocifissione di Sant’Andrea e Sant’Andrea deposto dalla croce (databili 1650-1651) nella Basilica di Sant’Andrea della Valle; il dipinto raffigurante la Salita al Calvario (databile tra il 1655 e il 1656), conservato presso la Certosa e Museo di San Martino, Napoli; i dipinti raffiguranti Cristo e la Cananea (databile tra il 1665 e il 1670), La Veronica (databile tra il 1652 e il 1653), San Marco Evangelista (databile tra il 1675 e il 1699), tutti conservati presso la Galleria Nazionale di Cosenza, e i dipinti raffiguranti la Fuga da Troia (datato 1630), la Resurrezione di Lazzaro (databile tra il 1655 e il 1660), La cena del ricco epulone (databile tra il 1655-e il 1660) tutti conservati presso Palazzo Barberini, Galleria Nazionale d’Arte Antica di Roma.
Il dipinto Giuditta consegna la testa di Oloferne alla fantesca raffigura l’eroina biblica in un atteggiamento più contemplativo e non attivo con la testa di Oloferne in mano mentre la porge alla fantesca e lo sguardo rivolto verso l’esterno dell’opera. In primo piano compare Oloferne o almeno il suo corpo, orami già privato della testa.