Fuscello teso dal muro

Fuscello teso dal muro Pensiero d’autunno Vento di marzo Quattro alberi su un campo solitario Un fresco castagneto Nel bosco Fra i boschi cedui Molta follia Io sono verticaleFuscello teso dal muro

Fuscello teso dal muro
sì come l’indice d’una
meridiana che scande la carriera
del sole e la mia, breve;
in una additi i crepuscoli
e alleghi sul tonaco
che imbeve la luce d’accesi
riflessi – e t’attedia la ruota
che in ombra sul piano dispieghi,
t’è noja infinita la volta
che stacca da te una smarrita
sembianza come di fumo
e grava con l’infittita
sua cupola mai dissolta.

Ma tu non adombri stamane
più il tuo sostegno ed un velo
che nella notte hai strappato
a un’orda invisibile pende
dalla tua cima e risplende
ai primi raggi. Laggiù,
dove la piana si scopre
del mare, un trealberi carico
di ciurma e di preda reclina
il bordo a uno spiro, e via scivola.
Chi è in alto e s’affaccia s’avvede
che brilla la tolda e il timone
nell’acqua non scava una traccia.

(poesia tratta da Altri versi sezione inserita nella raccolta “Ossi di seppia”, pubblicata il 15 giugno 1925 a Torino)

Eugenio Montale (Genova, 12 Ottobre 1896 – Milano, 12 Settembre 1981) è stato un celebre e rinomato scrittore, filosofo, critico letterario e musicale, annoverato tra le personalità letteraria italiane più importanti del XX secolo.

Tra le sue opere più importanti occorre citare le raccolte poetiche “Ossi di seppia” pubblicata nel 1925, “Le occasioni” pubblicata nel 1939, “Xenia” pubblicata nel 1966, “Satura” pubblicata nel 1971, “Il Diario del ’71 e del ’72” pubblicato nel 1973.

Ossi di seppia comprende ventitré liriche, divise in otto sezioni: MovimentiPoesie per Camillo SbarbaroSarcofaghiAltri versiOssi di seppiaMediterraneoMeriggi e ombre; a questi si deve aggiungere un’introduzione (In limine) e una conclusione (Riviere). In particolare fanno parte le seguenti liriche:

In limine
Godi se il vento ch’entra nel pomario

Movimenti

I limoni
Corno inglese
Quasi una fantasia
Falsetto
Minstrels

Poesie per Camillo Sbarbaro

Caffè a Rapallo
Epigramma

Sarcofaghi

Dove se ne vanno le ricciute donzelle
Ora sia il tuo passo
Il fuoco che scoppietta
Ma dove cercare la tomba

Altri versi

Vento e bandiere
Fuscello teso dal muro

Ossi di seppia

Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
Meriggiare pallido e assorto
Non rifugiarti nell’ombra
Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un’acqua limpida (dedicata a Boris Kniaseff)
A Lucia Dubini
Mia vita, a te non chiedo lineamenti
Portami il girasole ch’io lo trapianti
Spesso il male di vivere ho incontrato
Ciò che di me sapeste
Là fuoriesce il Tritone
So l’ora in cui la faccia più impassibile
Gloria del disteso mezzogiorno
Felicità raggiunta, si cammina
Il canneto rispunta i suoi cimelli
Forse un mattino andando in un’aria di vetro
Valmorbia, discorrevano il tuo fondo

Tentava la vostra mano la tastiera
La farandola dei fanciulli sul greto
Debole sistro al vento
Cigola la carrucola del pozzo
Arremba su la strinata proda
Upupa, ilare uccello calunniato
Sul muro grafito

Mediterraneo

A vortice s’abbatte
Antico, sono ubriacato dalla voce
Scendendo qualche volta
Ho sostato talvolta nelle grotte
Giunge a volte repente
Noi non sappiamo quale sortiremo
Avrei voluto sentirmi scabro ed essenziale
Potessi almeno costringere
Dissipa tu se lo vuoi

Meriggi e ombre
Fine dell’infanzia
L’agave su lo scoglio
Vasca
Egloga
Flussi
Clivo

Arsenio

Crisalide
Marezzo
Casa sul mare
I morti
Delta
Incontro

Riviere

Riviere

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