Diana cacciatrice. Opera del Cavalier d’Arpino

Diana cacciatrice

Diana cacciatrice. Opera del Cavalier d’Arpino

Diana cacciatrice è un dipinto (olio su tavola, cm 44 x 32,5) realizzato tra il 1600 e il 1601 dal pittore italiano Giuseppe Cesari, detto Cavalier D’Arpino, ed attualmente conservato presso i Musei Capitolini, Pinacoteca Capitolina di Roma.

Giuseppe Cesari, detto il Cavalier d’Arpino (Arpino, Frosinone, 14 Febbraio 1568 – Roma, 3 Luglio 1640) è stato un celebre pittore italiano, tra i più apprezzati e rinomati della pittura romana tra i secoli XVI e XVII, ed è passato alla storia per essere stato il maestro di Michelangelo Merisi, meglio noto come il Caravaggio e di Guido Reni.

Tra le opere romane occorre citare le decorazioni del soffitto della Cappella Contarelli nella Chiesa di San Luigi dei Francesi, le decorazione della volta della Cappella Olgiati nella Basilica di Santa Prassede, due dipinti (l’ Adorazione dei Magi e la Natività) per la Cappella Aldobrandini nella Chiesa di Santa Maria in Via, l’affresco dell’ Ascensione nella Basilica di San Giovanni in Laterano, i cartoni per la decorazione a mosaico della cupola nella Basilica di San Pietro in Vaticano, decorazioni della Cappella Paolina nella Basilica di Santa Maria Maggiore, la pala d’altare raffigurante l’ Incoronazione della Vergine per la Chiesa di Santa Maria in Vallicella detta tradizionalmente Chiesa Nuova, i dipinti Morte della Vergine e Natività della Vergine nella Chiesa di Santa Maria di Loreto,  la pala d’altare raffigurante “Santa Barbara” nella Cappella di Santa Barbara all’interno della Chiesa di Santa Maria in Traspontina, gli affreschi conservati nella Sala degli Orazi e dei Curiazi in Campidoglio, e per l’appunto il dipinto Diana cacciatrice conservato presso i Musei Capitolini, Pinacoteca Capitolina di Roma.

L’opera Diana cacciatrice raffigura la dea romana della caccia accompagnata dal suo fedele cane. Diana corrisponde alla dea greca Artemide e simboleggia la luce lunare e la castità. La dea, amante della solitudine, viveva nei boschi con la faretra e le frecce.

Nel dipinto la sensualità femminile della dea, con il seno nudo, si contrappone alla forza e al vigore del personaggio, ritratto con in mano la freccia.

L’opera proviene dalla collezione Sacchetti.

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