Davide con la testa di Golia. Opera del Caravaggio

Davide con la testa di Golia

Davide con la testa di Golia

Davide con la testa di Golia” è un dipinto (olio su tela, cm 125×100 ) realizzato tra il 1609 ed il 1610 dal pittore italiano Michelangelo Merisi, conosciuto come il Caravaggio, ed attualmente conservato presso la Galleria Borghese di Roma.

Davide con la testa di Golia” è una’opera stilisticamente emblematica e per poter capire appieno l’intenso significato artistico e simbolico occorre ripercorrere la breve esistenza del Caravaggio: una vita vissuta intensamente tra genialità e sregolatezza, tanto da essere più volte incarcerato, malmenato, ferito e messo in fuga.

In particolare, l’11 Settembre del 1603 il Caravaggio viene arrestato a Roma, a Piazza Navona e nei giorni seguenti sottoposto ad interrogatorio. L’accusa è quella di diffamazione nei confronti di un altro pittore, Giovanni Baglione.

Invero, qualche mese prima Giovanni Baglione aveva sporto denuncia nei confronti del Caravaggio, di Orazio Gentileschi, Ottavio Leoni e Onorio Longhi, accusandoli di aver diffuso nell’ ambiente artistico romano dei poemetti satirici e diffamatori contro il suo onore e la sua reputazione, stampati in diverse copie e distribuiti in tutta Roma. A dire di Giovanni Baglione le motivazioni di tale gesto sono da rinvenire nell’invidia provata dal Caravaggio e dai suoi amici artisti a seguito della realizzazione del dipinto la “Resurrezione” per la Chiesa di Gesù a Roma. Alla fine il processo si conclude con la condanna del Caravaggio ma grazie all’intervento dell’ambasciatore del re di Francia la pena viene scontata agli arresti domiciliari.

Qualche anno più tardi, nel 1605 il Caravaggio viene accusato di aver ferito gravemente, Mariano Pasqualone da Accumuli, un notaio romano, a seguito di una discussione per una donna, tale Maddalena Antognetti, conosciuta con il nomignolo di Lena, modella e amante di Caravaggio (famosa cortigiana romana immortalata in due celebri dipinti “La Madonna dei Pellegrini”, anno 1604 – Basilica di Sant’Agostino, Roma, e “La Madonna dei Palafrenieri”, anno 1605 – Galleria Borghese, Roma).

L’anno seguente, nel 1606 il Caravaggio uccide Ranuccio Tomassoni a causa di una lite per Fillide Melandroni, bella ed attraente cortigiana della quale l’artista è innamorato (il volto di Fillide Melandroni lo ritroviamo in alcuni dipinti di Caravaggio, tra cui “Ritratto di cortigiana” andato distrutto, “Santa Caterina d’Alessandria”, anno 1598-1599 – Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, “Marta e Maria Maddalena”, anno 1598 – Institute of Arts di Detroit, per la figura della Maddalena e la tela “Giuditta e Oloferne”, anno 1597 – Galleria nazionale di arte antica, Palazzo Barberini di Roma). Per l’omicidio di Ranuccio Tomassoni il Caravaggio viene condannato alla decapitazione.

Il Caravaggio scappa da Roma e si rifugia a Napoli, grazie all’aiuto della famiglia Colonna dove rimane per circa un anno e a tale periodo risalgono diversi dipinti tra cui la seconda versione di “Davide con la testa di Golia” (anno 1607 conservato presso il Kunsthistorisches Museum di Vienna), la “Madonna del Rosario” ( anno 1606-1607, conservato al Kunsthistorisches Museum di Vienna) oltre alla tela le “Sette opere della Misericordia” realizzata tra il 1606 e il 1607 e conservata presso il Pio Monte della Misericordia di Napoli. 

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Successivamente si trasferisce a Malta con l’obiettivo di diventare cavaliere e ottenere l’immunità in modo da evitare la condanna alla decapitazione ma tale proposito viene meno in quanto viene arrestato e rinchiuso nel carcere di Sant’Angelo a La Valletta dal quale riesce ad evadere rifugiandosi a Siracusa, in Sicilia. 

Nel 1609 il Caravaggio torna a Napoli dove durante una rissa, viene gravemente ed irrimediabilmente deturpato in volto con un rasoio.

Da questa terribile esperienza il Caravaggio realizza il dipinto “Davide con la testa di Golia” (terza versione della scena biblica), nel quale raffigura i propri lineamenti nella testa mozzata, quasi volesse preannunciare di lì a poco, la sua morte (che avviene 18 Luglio del 1610).

Il Caravaggio è ormai stanco e affaticato, come si ricava dall’immagine di Golia, e dalla commiserazione nello sguardo di Davide, entrambi evidenziati da un fascio di luce su un sfondo scuro e tetro.

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