Cristo benedicente. Opera di Raffaello Sanzio. Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia.
Il Cristo benedicente è un dipinto (olio su tavola, cm 31,7×25,3) realizzato tra il 1505 e il 1506 circa dal pittore urbinate Raffaello Sanzio, grande esponente del Rinascimento italiano, ed attualmente conservato presso la Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia.
L’opera appartiene al periodo giovanile di Raffello Sanzio, (Urbino 1483 – Roma 1520), il principale pittore del Rinascimento italiano, il quale muore giovanissimo all’età di soli trentasette anni.
La committenza della tavola Cristo benedicente è di matrice umbra, databile al periodo 1505 – 1506 circa, in cui il Sanzio lavora per la Corte di Urbino. Il conte Tosio, nobile bresciano e collezionista d’arte acquista l’opera nel 1821 dalla famiglia Mosca di Pesaro, per poi farla confluire nel museo di Brescia.
Il dipinto raffigura il Cristo giovane, in piedi a mezza figura, con lo sguardo rivolto verso lo spettatore, la mano destra alzata in segno di benedizione e l’altra mano poggiata sul torace. Il corpo nudo è coperto solo da un manto rosso che copre una parte della spalla e i fianchi. Il corpo mostra i segni della Passione, illuminati dalla luce che proviene dall’alto, in particolare è visibile la ferita del costato e i segni rossi del sangue dei chiodi sulle mani. Sul capo porta la corona di spine, che rinvia ancora alla tematica della crocifissione. Lo sfumato richiama i dettami leonardeschi.
La figura è intrisa di riferimenti alla scultura classica, con la posa a contrapposto (un sistema di tensione e rilassamento degli arti in maniera contrapposta, molto utilizzato da Michelangelo) con il peso sulla parte sinistra (spalla e gamba sinistra) mentre la parte destra è in stato di rilassamento; la testa segue la torsione del corpo ed è leggermente inclinata a destra. Sullo sfondo si intravede, in basso, un paesaggio riconducibile alle colline umbre, mentre la parte alta è dominata dal cielo sereno azzurro-grigio, privo di nuvole.