Compianto su Cristo morto
Allacciandomi all’analisi iconografica della Crocifissione, di cui agli articoli precedenti, vorrei invece soffermarmi sul tema del “ Compianto su Cristo morto”.
Il Termine ” Compianto ” si riferisce alla scena immediatamente successiva alla Deposizione dalla Croce, in cui il corpo di Cristo, ancora sanguinante viene disteso sul lenzuolo portato da Giuseppe d’Arimatea e da Nicodemo. Tutti i “cattivi” si sono allontanati dal luogo dell’’esecuzione, il “Calvario”. Ai piedi della croce vuota, sono rimasti solo i parenti e gli amici più intimi di Gesù.
La straziante scena della disperazione intorno al corpo esanime di Gesù, tema ricorrente in indimenticabili opere d’arte, non viene diffusamente narrata nei Vangeli. Si tratta, come nel caso della “Pietà” di un interpretazione del tutto umana e sentimentale.
Le figure presenti nella versione narrativa del Compianto sono per lo più le stesse che partecipano alla Deposizione dalla croce; i tre uomini sono l’Evangelista Giovanni (uno fra gli Apostoli ad aver seguito Gesù sul Calvario), Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo. Le donne sono la Madonna, La Maddalena e le due sorelle della Vergine, entrambe di nome Maria figlie di Sant’Anna ma di padri diversi (Cleofa e Salome). Nelle opere d’arte il numero dei personaggi può variare, poiché spesso le donne sono in tutto tre, mentre in altri casi sono più numerose.
Gli artisti del primo Rinascimento, seguendo la tradizione medioevale, raffiguravano il corpo di Cristo disteso sulle ginocchia di Maria; in seguito si passò a rappresentare il corpo steso a terra sul sudario con il solo capo poggiato nel grembo della Vergine. Questa versione viene adottata prevalentemente durante la Controriforma.
Osserviamo alcune celebri Opere che testimoniano la tragicità della scena.
Opera 1: Compianto su Cristo morto – Petrus Christus (1450) Bruxelles – M. Rojaux des Beaux-Arts
Secondo la consuetudine iconografica, durante il compianto Giuseppe D’Arimatea collabora nell’adagiare il corpo di Gesù nel lungo lenzuolo usato come sudario mentre Nicodemo si occupa delle gambe di Cristo. Il bianco lenzuolo di lino sufficientemente lungo da poter contenere il corpo di Gesù, è la Sacra Sindone, reliquia conservata nel Duomo di Torino. Giovanni sostiene Maria svenuta con l’aiuto di un’altra donna. Maria Maddalena si gira indietro come per non vedere il corpo piagato di Gesù. A terra accanto ai simboli della Passione (i chiodi, il martello e la tenaglia), è posato l’attributo iconografico del vasetto degli unguenti. All’estremità del dipinto è riconoscibile la base della Croce contrassegnata dalla presenza iconografica del teschio. Il teschio si riferisce al Golgota e alla redenzione del Peccato di Adamo grazie al sacrificio di Gesù.
Opera 2: Compianto su Cristo morto – Sandro Botticelli (1489-1492) Monaco – Alte Pinakothec
Nella scena il Botticelli accosta le figure in modo tale che lo sguardo dell’osservatore cade immediatamente sul corpo di Cristo defunto, che, assieme al sudario bianco, si staglia contro il mantello nero della Madonna. Attraverso l’organizzazione scalare dei personaggi sfalsati fra loro, l’occhio è portato sulle figure organizzate a mò di croce e trova il suo punto più alto nello sguardo di Giuseppe d’Arimatea. La figura tiene nelle mani i simboli della passione (la corona di spine e i tre chiodi) ed è rivolta con lo sguardo verso il cielo in una domanda dolente. Il Botticelli ha reso pregnante lo stretto rapporto fra l’Apostolo Giovanni e la Madonna: come entrambi erano rimasti riuniti sotto la croce del Cristo morto, anche qui appaiono fusi in unica unità. Alla sinistra della scena una sorellastra della Madonna sorregge accarezzando il volto di Cristo, mentre notevole è la figura di Maria Maddalena sul lato sinistro, china sui piedi di Cristo, che accarezza in un gesto infinitamente dolce.
Opera 3: Cristo morto – Andrea Mantegna (1500) Milano – Pinacoteca di Brera.
Nella luce smorzata di una cella da obitorio, con un colore grigiastro ridotto all’essenziale, Cristo è deposto su un tavolo di marmo, definito la “pietra dell’unzione”, dove il corpo viene preparato per la sepoltura. All’estremità del tavolo si nota il vasetto degli unguenti per l’imbalsamazione. Mantegna dispone in ripida prospettiva il corpo di Cristo evidenziando le piaghe nelle mani e nei piedi con le ferite ormai asciutte e ripulite. A sinistra affiorano, il volto straziato di Maria nell’atto di asciugare le lacrime, e i volti di Maria Maddalena e dell’Apostolo Giovanni solcati dalle rughe e con i lineamenti segnati quasi come le maschere dell’antichità.
Opera 4: Compianto su Cristo morto – Pieter Paul Rubens (1612) Los Angeles – J. P. Getty Museum
Il Rubens mette in evidenza la ferita sul costato di Gesù; alla piaga sgorga il sangue diluito: il pittore fiammingo ricorda il passo evangelico secondo il quale dal fianco aperto di Cristo esce sangue misto ad acqua. Il corpo di Gesù viene deposto su una pietra liscia, quasi un altare, con un fascio di spighe di grano. Ciò allude al mistero della presenza del corpo di Cristo nel pane dell’Eucarestia. A sinistra della scena la figura di Giovanni che sorregge il corpo esanime di Gesù, quasi a meditare sul mistero della morte. Al centro, livida per il dolore, la Madonna alza verso il cielo gli occhi pieni di pianto; alle sue spalle si scorge la Maddalena a sua volta in lacrime. La donna anziana che sorregge delicatamente la mano di Gesù è identificata con Maria di Cleofa, sorellastra della Madonna.
il Cristo morto del Mantegna è un opera che amo particolarmente, spesso ho contemplato, il corpo nei particolari, le pieghe del sudario, la luce che intensifica il momento di sofferenza e la prospettiva del corpo è sublime. Grazie per questo articolo ho trovato molto interessante il soggetto del “Compianto” complimenti.