La Chiesa di Santa Maria dell’Orto si trova a Roma, tra via Anicia e via Madonna dell’Orto, nel rione Trastevere.
Le sue origini sono molto antiche; una prima cappella sorge verso la fine del Quattrocento, più precisamente intorno al 1488, quando un contadino ammalato, che vive in quell’area piena di orti e di terreni coltivati, riceve il miracolo della guarigione dopo aver pregato una immagine della Madonna dipinta sul muro di un orto.
Viene, pertanto, istituita una Confraternita, che porta ben presto all’edificazione della chiesa dedicata alla Madonna dell’Orto, poi completata nel 1567.
La Confraternita viene coadiuvata dall’Università delle Arti e dei Mestieri, ovvero dalle corporazioni dei lavoratori; la chiesa sorge, infatti, nelle vicinanze del porto di Ripa Grande, una delle principali sedi degli scambi commerciali. Tra le corporazioni di lavoratori spiccano gli Ortolani e Pizzicaroli (ovvero i salumieri), i Fruttaroli, i Sensali (ovvero i mediatori nei commerci), i Molinari (i mugnai), i Vermicellari (ovvero i produttori di pasta), i Pollaroli, gli Scarpinelli (i calzolai), i Vignaroli, i Barilari e i garzoni.
Nel corso dei secoli, tutte queste corporazioni commissionano e finanziano i vari lavori di decorazione e restauro della Chiesa di Santa Maria dell’Orto, facendola diventare un concentrato di sontuosità ed opulenza, arricchita da preziose opere d’arte. Il loro intervento è documentato nelle varie iscrizioni incise sul pavimento policromo della chiesa.
La facciata esterna viene attribuita all’architetto Jacopo Barozzi, detto il Vignola mentre l’interno, a croce latina, si presenta a tre navate, con tre cappelle per ogni lato. L’altare maggiore, realizzato nel 1598 su disegno di Giacomo Della Porta, e restaurato da Gabriele Valvassori tra il 1746 e il 1755, conserva l’originario dipinto della Madonna, a cui si deve il miracolo e la conseguente edificazione della chiesa.
La parete di fondo dell’abside contiene gli affreschi raffiguranti lo Sposalizio della Vergine, la Visitazione, la Natività e la Fuga in Egitto (anno 1556), opere di Federico e Taddeo Zuccari.
La volta dell’abside contiene gli affreschi raffiguranti la Morte, l’ Assunzione e l’Incoronazione di Maria eseguiti nel 1598 da Giovanni Baglione.
Tra le cappelle laterali, partendo dalla navata sinistra, si incontra la Cappella di San Sebastiano (finanziata dall’Università degli Ortolani) che conserva al suo interno la pala d’altare raffigurante San Sebastiano curato dagli angeli (anno 1624), sul lato destro il dipinto raffigurante Sant’Antonio da Padova e sul lato sinistro il dipinto raffigurante San Bonaventura, tutte opere di Giovanni Baglione;
la Cappella di San Giovanni Battista (finanziata dall’Università dei Giovani Pizzicaroli) che conserva al suo interno la pala d’altare raffigurante il Battesimo di Gesù (anno 1750) attribuita al pittore pugliese Corrado Giaquinto, sul lato destro il dipinto raffigurante la Predica di san Giovanni Battista (anno 1779) e sul lato sinistro il dipinto raffigurante la Decollazione di San Giovanni Battista (anno 1779), entrambe opere di Giuseppe Ranucci;
la Cappella dei Santi Carlo Borromeo, Ambrogio e Bernardino da Siena (finanziata dall’Università degli Scarpinelli ovvero i Ciabattini) che conserva al suo interno la pala d’altare raffigurante la Vergine col Bambino e santi (anno 1640-1641), opera di Giovanni Baglione, sul lato destro il dipinto raffigurante Scene della vita di Sant’Ambrogio e sul lato sinistro il dipinto raffigurante Scene della vita di San Carlo, entrambe opere di Giovanni Baglione.
Nella navata destra si trova la Cappella dell’Annunciazione (finanziata dall’Università dei Mercanti e dei Sensali di Ripa e Ripetta) che conserva al suo interno la pala d’altare raffigurante Maria Annunciata dall’Angelo (anno 1561), opera di Federico Zuccari, sul lato destro il dipinto raffigurante San Gabriele Arcangelo (anno 1875), opera di Virginio Monti, e sul lato sinistro il dipinto raffigurante San Giuseppe (anno 1878), opera di Giovanni Capresi;
la Cappella di Santa Caterina d’Alessandria (finanziata dall’Università dei Vermicellari, artigiani e commercianti di paste alimentari) che conserva al suo interno la pala d’altare raffigurante lo Sposalizio mistico di Santa Caterina (anno 1711), opera di Filippo Zucchetti, sul lato destro il dipinto raffigurante San Paolo e sul lato sinistro il dipinto raffigurante San Pietro risalenti al settecento, entrambi di un pittore rimasto anonimo;
la Cappella dei Santi Giacomo, Bartolomeo e Vittoria (finanziata dall’Università dei Vignaroli) che conserva al suo interno la pala d’altare raffigurante la Vergine con Bambino e Santi, sul lato destro il dipinto raffigurante il Martirio di un Santo diacono, e sul lato sinistro il dipinto raffigurante il Martirio di Sant’Andrea Apostolo, tutte opere di Giovanni Baglione (anno 1630);
la Cappella del S.s. Crocifisso (finanziata dall’Università dei Pollaroli) contiene gli affreschi con Storie della Passione, eseguite tra il 1591 e il 1595 da Niccolò Martinelli detto il Trometta (in alto a sinistra è raffigurata la Flagellazione; in basso a sinistra è raffigurata la Salita al Calvario; in alto a destra è raffigurata la Pietà, in basso a destra è raffigurata la Deposizione);
la Cappella di San Francesco (finanziata dall’Università dei Molinari) contiene gli affreschi con le Storie di san Francesco, eseguiti nel 1595 da Niccolò Martinelli detto il Trometta.
La decorazione ad affresco della volta raffigurante l‘Assunzione di Maria (anno 1706) è opera del pittore siciliano Giacinto Calandrucci.