La Basilica di San Sebastiano fuori le mura si trova a Roma sulla via Appia Antica, al numero civico 136, nel quartiere Ardeatino.
Le sue origini sono molto antiche e risalgono al IV secolo d.C., edificata per volere dell’imperatore Costantino e dedicata agli Apostoli Pietro e Paolo; in origine nella chiesa erano custodite le reliquie dei due apostoli per salvarle dalle persecuzioni e pertanto era detta Basilica Apostolorum. Solo in un secondo tempo la chiesa viene dedicata a San Sebastiano, dal quale prende il nome, soldato e martire al tempo di Diocleziano, le cui spoglie sono conservate nelle catacombe. Mentre l’attributo “fuori le mure” indica che la chiesa si trova al di fuori delle Mura aureliane.
La Basilica di San Sebastiano fuori le mura ha subito nel corso del tempo diversi restauri, in particolare per volere del cardinale Scipione Caffarelli-Borghese all’inizio del Seicento, su progetto dell’architetto Flaminio Ponzio e successivamente di Giovanni Vasanzio.
La facciata esterna è opera di Giovanni Vasanzio e viene terminata nel 1613; la stessa è costituita da un portico a tre archi divisi da colonne ioniche di granito e nella parte superiore sono presenti tre grandi finestre.
L’interno è ad una unica navata con soffitto ligneo intagliato (opera di Giovanni Vasanzio) con gli stemmi del cardinale Borghese e di Papa Gregorio XVI (al secolo Bartolomeo Alberto Cappellari).
Tra le importanti opere d’arte custodite nella Basilica di San Sebastiano fuori le mura occorre citare:
il Salvator Mundi, ultimo capolavoro di Gian Lorenzo Bernini realizzato nel 1679 all’età di 82 anni;
la statua di San Sebastiano, opera dello scultore Giuseppe Giorgetti e si trova all’interno della omonima Cappella di San Sebastiano realizzata nel 1672 su progetto del pittore e scultore romano Ciro Ferri, allievo e collaboratore di Pietro da Cortona;
la Cappella delle reliquie che conserva al suo interno la pietra del “Quo Vadis?” ovvero la pietra con impresse le orme di Cristo nel momento in cui incontra l’Apostolo Pietro;
la Cappella Albani, in chiaro stile baracco, costruita nel 1706-1712 dall’architetto Carlo Fontana su commissione di Papa Clemente XI (al secolo Giovanni Francesco Albani); al suo interno si conservano sopra l’altare la statua in marmo raffigurante San Fabiano con angeli dello scultore Pietro Francesco Papaleo (databile al 1710-1712), il dipinto raffigurante “San Fabiano che consacra l’imperatore Filippo” di Giuseppe Passeri, nella parete destra e la tela raffigurante “Elezione di San Fabiano” di Pier Leone Ghezzi, nella parete sinistra;
il dipinto raffigurante “San Francesco in preghiera” opera di Girolamo Muziano;
la Cappella del Crocifisso (antica sacrestia) costruita nel 1727 da Carlo Fontana con la tela raffigurante la “Vergine con i Santi Sebastiano e Lucina” (databile al 1627), opera di Marco Tullio Fontana, mentre sulla volta si trova la tela raffigurante “Dio Padre con i Santi” (databile al 1618) opera di Pietro da Cortona.
L’altare maggiore, opera di Flaminio Ponzio, conserva la tela raffigurante “La Crocifissione” (databile al 1614) opera di Innocenzo Tacconi, e ai lati i Busti dei santi Pietro e Paolo di Nicolas Cordier.