Autopsia

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Magro dottore, che con occhi intenti
Per cruda, intensa brama,
Le nude carni mie tagli e tormenti
Con fredda, acuta lama,

Odi. Sai tu chi io fui?… Del tuo pugnale
Sfido il morso spietato;
Qui ne l’orrida stanza sepolcrale
Ti narro il mio passato.

Sui sassi de le vie crebbi. Non mai
Ebbi casa o parenti;
Scalza, discinta e senza nome errai
Dietro le nubi e i venti.

Seppi le notti insonni e l’inquieto
Pensier della dimane,
L’inutil prece e il disperar segreto,
E i giorni senza pane.

Tutte conobbi l’improbe fatiche
E le miserie oscure,
Passai fra genti squallide e nemiche,
Fra lagrime e paure:

E finalmente un dì, sovra un giaciglio
Nitido d’ospedale,
Un negro augello dal ricurvo artiglio
Su me raccolse l’ale.

E son morta così, capisci, sola,
Come un cane perduto,
Così son morta senza udir parola
Di speme o di saluto!…

Come lucida e nera e come folta,
La mia chioma fluente!…
Senza un bacio d’amor verrà sepolta
Sotto la terra algente.

Come vergine e bianco il flessuoso
Mio corpo, e come snello!
Or lo disfiora il cupido, bramoso
Bacio del tuo coltello.

Suvvia, taglia, dilania, incidi e strazia,
Instancabile e muto.
Delle viscere mie godi, e ti sazia
Sul mio corpo venduto!…

Fruga, sinistramente sorridendo.
Che importa?… Io son letame.
Cerca nel ventre mio, cerca l’orrendo
Mistero della fame!…

Scendi col tuo pugnale insino all’ime
Viscere, e strappa il cuore.
Cercalo nel mio cor, cerca il sublime
Mistero del dolore!…

Tutta nuda così sotto il tuo sguardo,
Ancor soffro; lo sai?…
Colle vitree pupille ancor ti guardo,
Nè tu mi scorderai:

Poi che sul labbro mio, quale conato
Ultimo di passione,
Rauco gorgoglia un rantolo affannato
Di maledizïone.

Ada Negri (Lodi, 3 Febbraio 1870 – Milano, 11 Gennaio 1945) è stata una famosa poetessa e donna di lettere italiana, prima e unica donna ad essere ammessa all’Accademia d’Italia, ma soprattutto una delle poche donne che, nonostante la bassa estrazione sociale di provenienza, con talento ed eccezionali capacità intellettuali, riesce ad emergere nel panorama culturale italiano.

Solo con la raccolta d’esordio di poesie Fatalità pubblicata nel 1892 riesce ad ottenere una serie di apprezzamenti fino ad arrivare al successo e alla notorietà e, in conseguenza di ciò, con decreto del ministro Zanardelli, le viene conferito il titolo di docente per chiara fama presso l’Istituto Superiore “Gaetana Agnesi” di Milano. Due anni dopo esce la sua seconda raccolta di poesie, “Tempeste”.

La raccolta di poesie Fatalità comprende 61 poesie oltre ad una Prefazione.

In particolare fanno parte le seguenti liriche:

Prefazione
Fatalità
Senza nome
Non mi turbar…
Va l’onda…
Birichino di strada
Son gelosa di te!…
Storia breve
Autopsia
Nevicata
Nebbie
Notte
Fin ch’io viva e più in là
Sulla breccia
Buon dì, Miseria
Vegliardo
Il canto della zappa
I vinti
Mano nell’ingranaggio
La macchina romba
Popolana
Fior di plebe
Bacio pagano
Cavallo arabo
Te solo
Sinite parvulos
Nenia materna
Nell’uragano
Luce
Portami via!
Pur vi rivedo ancor…
Strana
Perchè?
Sfida
Salvete
Pietà!…
Va
No
Canto d’aprile
Madre operaia
Non posso
Fantasmi
Viaggio notturno
Anima
Afa
Tu vuoi saper?…
Vieni ai campi…
Fra i boschi cedui
Cascata
Mistica
Hai lavorato?
A Marie Bashkirtseff
In alto
Sola
Spes
Vedova
Rosa appassita
Deforme
Voce di tenebra
Marchio in fronte
Vaticinio
Largo!

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