Atelier di Perpignan, “La freddolosa”. Opera di Raoul Dufy

Atelier  di Perpignan

Atelier di Perpignan, “La freddolosa”

Atelier di Perpignan, “La freddolosa” è un dipinto (olio su tela) realizzato nel 1942 circa dal pittore francese Raoul Dufy, ed attualmente conservato al Musée d’Art moderne de Paris, Parigi.

Nel 1940 Raoul Dufy, in fuga dall’occupazione tedesca, si rifugia a Perpignan, cittadina della Francia meridionale. A partire dal 1942 nel suo studio di rue Jeanne d’Arc realizza una serie di dipinti, circa quaranta, tra cui Atelier di Perpignan, rue Jeanne d’Arc e Atelier di Perpignan, “La freddolosa”.

In quest’ultima opera il nudo viene rappresentato attraverso un calco della “Freddolosa” dello scultore francese neoclassico Jean-Antoine Houdon, una allegoria del freddo e dell’inverno collocata davanti ad una litografia della Grande Bagnante del 1919.

Raoul Dufy, detto il pittore della gioia, (Le Havre, 3 Giugno 1877 – Forcalquier, 23 Marzo 1953) è stato un celebre pittore e scenografo francese. Formatosi presso l’École des beaux-arts di Le Havre si trasferisce a Parigi dove ben presto la sua arte subisce l’influenza dell’impressionismo, in particolare di Monet, e successivamente del fauvismo in particolare di Matisse, Braque e Cézanne. Ma per lungo tempo la sua pittura non ha avuto una chiara comprensione e, pertanto celebrazione, soprattutto per la prevalenza della forma sul contenuto, con una dissociazione del colore dal disegno. Nelle sue opere occorre però rilevare come la semplicità delle forme si accosta ad una accurata ricercatezza del colore, sulla base della sua personale teoria che il colore serve per captare la luce (da qui nasce l’appellativo il pittore della gioia). Ne deriva che il ruolo dominante del colore nelle sue tele è così forte tanto da arrivare, nel corso della sua carriera, a dipingere quadri con un solo colore. Il suo linguaggio pittorico si evolve nel corso del tempo tanto da allontanarsi nettamente dalla tradizione classicista nel segno della modernità e non secondaria è al sua attenzione per le arti visive e decorative: la xilografia, la grafica, decorazioni di ceramiche e tessuti. Tra le sue opere certamente la più importante è La Fata Elettricità ( o La Fée Electricité), databile al 1937 – 1938, conservata presso il Musée d’Art Moderne de Paris. Si tratta del “dipinto più grande del mondo”, con una lunghezza complessiva di 60 metri e 10 di altezza, composto da 250 pannelli dipinti a olio, commissionatogli dalla “Compagnie Parisienne de Distribution d’Électricité” per essere esposta nel Padiglione dell’elettricità all’Esposizione Internazionale del 1937 a Parigi.

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